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Renzi a Porta a Porta, un monologo senza alcun contraddittorio, mancavano solo le reti unificate

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Matteo Renzi a Porta a Porta 12-05-2016

Tanto fumo e niente arrosto. Un vero monologo, senza nessun tipo di contraddittorio, quello del presidente del Consiglio alla trasmissione di Rai Uno, Porta a Porta. Un Matteo Renzi onnipotente che si osanna da solo, io faccio, io dico, io qua, io là.
Nella prima parte della trasmissione, in più occasioni, tra una chiacchiera e l'altra, Renzi fa riferimento agli avvisi di garanzia arrivati a Nogarin e Pizzarotti dichiarandosi garantista pur ammettendo che il suo partito ne ha ricevuti una marea di avvisi di garanzia. Certamente Renzi non spiega però che c'è un'enorme differenza tra un avviso di garanzia come atto dovuto, come nel caso dei due pentastellati, e gli arresti che si susseguono tra le file del suo partito, con intercettazioni a dir poco imbarazzanti per un partito che sta al governo del Paese.
Oltre a Vespa. ad aiutare il premier nell'investitura di salvatore della patria, c'è anche il giornalista Ferruccio De Bortoli, capace solo di accennare a dei timidi "mi scusi però..." o "certo avreste potuto fare... per evitare...", altro che fare le pulci al governo. Basti pensare che Renzi, nel suo lungo monologo, ha avuto modo e tempo di parlare anche della Madonna del Cardellino, un dipinto conservato a Firenze, e persino del suo ruolo di padre che accompagna il figlio a calcetto e si ferma nel mitico Bar Giorgio del suo paese a parlare con la vecchietta del paese che gli chiede di aiutare i pensionati (almeno così racconta lui).
Insomma un discorso del presidente del Consiglio che sembrava quello del Capo dello Stato a fine anno, mancavano solo le reti unificate ma poi i presupposti c'erano tutti: un premier che se la canta e se la suona da solo. #andateacasa


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