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Il paniere dell’inflazione: una penalizzazione per i pensionati con redditi bassi

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Il sistema di rivalutazione delle pensioni in Italia è da anni oggetto di critiche, e a ragione. Chi percepisce una pensione fino a 2.000 euro lordi mensili non vive certo nel lusso, anzi, spesso deve affrontare una dura lotta per arrivare a fine mese. Tuttavia, il metodo utilizzato per adeguare queste pensioni al costo della vita si basa su un paniere di beni e servizi che risulta del tutto scollegato dalla realtà di chi vive con redditi così modesti.

Un paniere inadeguato
L’adeguamento delle pensioni viene calcolato sulla base del tasso di inflazione rilevato dall’Istat, che tiene conto di un paniere estremamente variegato di beni e servizi. Questo paniere riflette le abitudini di consumo medie della popolazione, includendo migliaia di articoli, dai dispositivi elettronici agli abbonamenti per lo streaming, fino a servizi di lusso e viaggi. Ma cosa c’entrano queste voci con il quotidiano di un pensionato che vive con 1.500-2.000 euro lordi al mese? Praticamente nulla.

Per i pensionati più poveri, la maggior parte del reddito è destinata alle spese essenziali: cibo, farmaci, bollette e, in misura crescente, il costo dei servizi sanitari che non sempre sono coperti dal Servizio Sanitario Nazionale. È evidente che un aumento del costo di beni di prima necessità ha un impatto ben più significativo sulla loro vita rispetto all’incremento di beni superflui che, nel paniere Istat, pesano ugualmente. Questo squilibrio finisce per sottostimare la reale perdita di potere d’acquisto dei pensionati.

L’impatto sui pensionati poveri
Secondo le associazioni dei consumatori, i beni alimentari e i farmaci – che costituiscono una quota importante delle spese dei pensionati – hanno subito negli ultimi anni aumenti ben superiori al tasso medio di inflazione. Nonostante ciò, la rivalutazione delle pensioni continua a essere calcolata sulla base del paniere complessivo, che diluisce l’impatto di questi aumenti concentrandosi su beni e servizi non essenziali.

Questo meccanismo è iniquo e penalizzante: una pensione che già di per sé è insufficiente a coprire le spese necessarie, si ritrova ogni anno sempre meno adeguata a causa di un calcolo dell’inflazione che ignora le esigenze reali di chi vive con redditi bassi. In altre parole, mentre i prezzi degli alimenti e dei farmaci aumentano rapidamente, l’adeguamento delle pensioni non tiene il passo.

Uno scandalo sociale
Questa situazione rappresenta uno scandalo sociale. È inaccettabile che chi ha lavorato una vita intera e ora si trova a vivere con una pensione modesta debba affrontare una sistematica riduzione del proprio potere d’acquisto. La mancata corrispondenza tra il paniere Istat e le necessità dei pensionati più poveri aggrava le disuguaglianze sociali, affamando ulteriormente le famiglie che già vivono ai limiti della sussistenza.

Una soluzione necessaria
È urgente rivedere il sistema di rivalutazione delle pensioni, adottando un approccio più equo e realistico. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di introdurre un paniere specifico per i pensionati a basso reddito, concentrato su beni e servizi essenziali come alimenti, farmaci e utenze. Questo garantirebbe un adeguamento più accurato, che rispecchi le effettive variazioni del costo della vita per chi vive con risorse limitate.

Inoltre, si potrebbe prevedere un incremento straordinario delle pensioni minime, destinando maggiori risorse a chi si trova in condizioni di maggiore vulnerabilità economica. Queste misure non rappresentano un semplice atto di giustizia sociale, ma un passo necessario per garantire dignità e sicurezza economica a una fascia sempre più ampia di cittadini. Cosa fanno i sindacati per questa fascia di cittadini?

Conclusione
Il paniere dell’inflazione attuale è un meccanismo ingiusto che perpetua le disuguaglianze, penalizzando chi già vive in condizioni difficili. Continuare a ignorare questo problema significa voltare le spalle ai pensionati più poveri, lasciandoli sempre più indietro. È tempo che le istituzioni intervengano, dando priorità alle esigenze di chi ha meno, per costruire una società più equa e solidale. Chi difende i pensionati in Italia?




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