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Il fenomeno “Maranza”: giovani spacconi fuori, mammoni dentro

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In Italia, negli ultimi anni, è emersa una figura ormai iconica della gioventù urbana: il “maranza”. Un termine che affonda le radici nello slang milanese degli anni ’80, ma che oggi ha assunto una nuova vita grazie ai social, diventando un vero e proprio fenomeno culturale e mediatico.

Chi sono i Maranza?

Il “maranza” moderno è generalmente un adolescente o un giovane adulto, appartenente alla generazione Z o Alpha, che esibisce un’estetica ben precisa: tute firmate, spesso con le tre strisce Adidas, scarpe Nike TN o Air Max, borselli a tracolla anche se vuoti, catene vistose, e occhiali da sole indossati anche di notte. L’atteggiamento è quello del “duro”, del ragazzo che “comanda in strada”, anche se magari vive ancora con mamma e papà e la sera rientra a casa per cenare con la pasta al forno.

Un’estetica di strada che parla di status

Il maranza si muove come un protagonista di un videoclip trap: cammina con fare sicuro, spesso in gruppo, ascolta musica a tutto volume dal telefono senza cuffie, e usa lo slang della trap condito da accenti regionali che variano da Milano a Napoli, da Roma a Palermo.

Tutto in lui è ostentazione: non tanto di una ricchezza reale, ma di un’immagine. L’importante è “apparire”, anche se i vestiti firmati sono comprati in saldo o regalati a Natale. Il maranza è, in un certo senso, l’evoluzione digitale del “tamarro” o del “coatto”, ma con una consapevolezza social molto più sviluppata.

La doppia vita: spacconi fuori, coccolati dentro

Il tratto forse più affascinante (e ironico) del maranza contemporaneo è la doppia faccia: quella pubblica, dove recita la parte del duro, e quella privata, dove torna a essere il classico figlio di mamma. Dietro le pose da boss, spesso si nasconde un ragazzo che:
vive ancora in casa con i genitori;
viene svegliato la mattina dalla madre che gli prepara la colazione;
si fa lavare la tuta firmata ogni giorno perché “non si può uscire stropicciati”.
Una contraddizione tenera e buffa, che lo rende facilmente bersaglio di meme e parodie online, ma anche una figura profondamente umana: esibizionista ma fragile, sicuro ma ancora in formazione, emancipato solo a parole.

I social: il regno dei maranza

La consacrazione definitiva del maranza avviene sui social, in particolare su TikTok, dove i video dei “balli maranza”, le “transizioni” con outfit firmati, e le clip dove mimano testi di canzoni trap ottengono milioni di visualizzazioni.

Ci sono account interamente dedicati alla cultura maranza, pagine che li prendono in giro, altre che li difendono come espressione autentica della gioventù di oggi. Il confine tra satira e celebrazione è spesso sottile: molti si definiscono maranza con orgoglio, trasformando lo stigma in una bandiera.

Una sottocultura giovanile in evoluzione

Come ogni fenomeno giovanile, il maranza è in continua evoluzione. Oggi non è solo una moda passeggera: è un modo per sentirsi parte di un gruppo, per affermare un’identità in una società che cambia rapidamente e che spesso lascia i giovani disorientati.

Nel maranza convivono il bisogno di ribellione e il desiderio di appartenenza, l’amore per l’apparenza e la fragilità dell’età. Forse per questo, anche dietro occhiali da sole specchiati e tute fluo, il maranza riesce, in fondo, a raccontare qualcosa di vero sulla gioventù italiana di oggi.



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