Quanto denaro buttato via, ahimè! L'abolizione delle Province doveva produrre un risparmio della spesa pubblica ma il caso del Friuli dimostra il contrario. I numeri parlano chiaro, purtroppo, l'abolizione delle Province, tanto sbandierata dai politici degli ultimi anni come un'idea fantastica per ridurre la spesa pubblica, si sta rivelando l'esatto contrario.
La creazione di nuovi enti intermedi ha comportato l'aumento delle spese, più dirigenti e nessuna riduzione di personale burocratico, altro che taglio dei costi. Quanto sbandierato da Matteo Renzi come un'efficiente riforma strutturale, si sta rivelando un autentico autogol. In Friuli, per esempio, dal primo luglio, entrerà in vigore la riforma regionale che abolisce le quattro province, facendo proprie le indicazioni della legge firmata da Graziano Delrio. I dipendenti provinciali diventeranno dipendenti regionali con migliori benefici, ovviamente, sempre a carico dei cittadini.
Ma perchè non si aboliscono province e regioni definitivamente dando maggiori poteri ai sindaci dei comuni? Più competenze ai sindaci e meno passaggi di competenze e di denari. Sicuramente ci si guadagnerebbe in efficienza dei servizi ai cittadini e si risparmierebbe una montagna di denaro pubblico.
Sapete quanto spendono le regioni italiane solamente per le competenze fisse per il personale a tempo indeterminato? Una cifra totale pari a circa 1,5 miliardi di euro. Aggiungeteci auto blu, scorte, spese di rappresentanza, mantenimento delle strutture. Un esempio banale (si fa per dire)? La regione siciliana solo nel mese di marzo 2016 ha speso 26.000 euro per pubblicazioni, giornali e riviste e la bellezza di 40.000 euro per la cancelleria.
Questi sarebbero i veri tagli e no che Renzi sta studiando tagli sulle pensioni di reversibilità.
