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La progressività della tassazione dei redditi dovrebbe essere un principio cardine per evitare le disuguaglianze sociali

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Ci sono 5 milioni di poveri in Italia, una diseguaglianza sociale che aumenta in continuazione e che porta chi è ricco a diventare sempre più ricco e i poveri ad esserlo sempre di più grazie alle politiche economiche egoistiche e senza senso degli ultimi governi.
La progressività della tassazione dei redditi dovrebbe essere un principio cardine per evitare le diseguaglianze sociali: chi ha di più dovrebbe pagare di più ma, anche se dando un'occhiata agli scaglioni Irpef potrebbe sembrare così, nella realtà paga di più chi ha meno. Basta leggere infatti ogni anno le dichiarazioni dei redditi per capire che in Italia pagano le tasse soltanto operai, impiegati e pensionati, cioè quelli che hanno la ritenuta alla fonte e che, nella stragrande maggioranza dei casi, non presentano neppure il 730 per chiedere eventuali detrazioni previste, perchè il loro reddito non gli consente di effettuare spese detraibili, visto che arrivano a fatica a fine mese.
Prendiamo ad esempio un reddito da 50 mila euro, si presuppone che la famiglia possa mandare i figli all'asilo nido e all'università, ristrutturare gli immobili di cui è proprietaria, alla fine va a pagare meno tasse di chi , con un reddito di 25 mila euro annui, è costretto a continui sacrifici e non riesce a garantire studi universitari ai figli o rinuncia all'asilo nido perchè la retta del servizio è troppo onerosa, senza parlare delle rinunce alle cure mediche per mancanza di disponibilità economica.
Il sistema degli sgravi fiscali andrebbe sicuramente rivisto in un'ottica progressiva ma per raggiungere questo obiettivo dovremmo far pagare le tasse a chi invece non le paga o le paga solo in minima parte. In Italia, il lavoro nero, il non dichiarato, l'economia sommersa, sono floride e variopinte piu' di ogni altro paese europeo. Come intende combattere l'evasione fiscale questo governo giallo-rosso? Puo' bastare la minaccia del carcere per far pagare le tasse? Assolutamente no.
Si parla tanto di taglio alle detrazioni fiscali per i redditi più alti ma si è scelta la soglia dei 120 mila euro e salvando comunque le spese sanitarie e quelle del mutuo per l'acquisto della prima casa, ma vi pare che uno che guadagna 120 mila euro all'anno non può permettersi l'acquisto di un occhiale da vista o una visita medica o le spese del dentista? E lo Stato gli rimborsa pure il 19% di queste spese quando la maggior parte delle famiglie di pensionati e operai non può neppure permettersi una cura medica indispensabile, facciamo ridere i polli.
La tassa sulla prima casa è stata tolta per tutti, sia per chi ha un immobile da 100 o 200 mila euro sia per quanti possiedono case 3 o più volte più costose. Facendo pagare l'Imu sulla prima casa per gli immobili di un certo valore riuscirremmo ad avere risorse da reinvestire magari popolando borghi che nel corso degli anni sono stati desertificati oppure ristrutturando l'edilizia popolare o trasformando in case popolari i numerosi palazzi mai finiti di costruire.
Insomma cambiano i governi ma i problemi restano gli stessi, ricordatelo grillini che tanto credete ancora alle favole che vi raccontano i vostri beniamini.







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